Progetto Rubra Spes

CENNI STORICI INTRODUTTIVI
Il modo più comune per realizzare una nuova varietà di patata è quello di utilizzare il seme vero contenuto all’interno delle bacche che occasionalmente si possono formare sulla pianta al termine della fioritura. La complessa struttura genetica della patata fa sì che dai numerosi semi (da 50 a 200 per bacca) si originino tutte piante differenti tra loro: anche il colore e la forma dei tuberi può differire notevolmente da quelli prodotti dalla pianta madre. La raccolta di bacche formatesi spontaneamente sulle piante per l’estrazione del seme era già praticata in tempi remoti dalle popolazioni andine, che in questo modo hanno dato vita a uno dei maggiori patrimoni di biodiversità derivati da una pianta alimentare: le coloratissime papas nativas (patate native). Nel nostro continente, i primi tentativi non occasionali di produrre nuove varietà di patate avvengono nel corso del Settecento: per fronteggiare il diffondersi di virosi dagli effetti sempre più deleteri sullo sviluppo vegetativo delle piante e, di conseguenza, sulla loro produttività, si cerca di rigenerarle partendo dal seme vero prodotto dalle bacche; ciò è possibile dal momento che le virosi che colpiscono la pianta della patata non si trasmettono al seme. Nel secolo successivo è l’infezione di peronospora a stimolare l’opera di rinnovamento varietale, ed è proprio in questo periodo che nelle isole britanniche emergono le figure dei primi selezionatori professionisti, in cui la praticità del contadino convive con l’intuito dello scienziato. Il pioniere in questo campo è lo scozzese William Paterson, che introduce in Gran Bretagna ceppi provenienti da Sudafrica, America e Australia; dai semi contenuti nelle loro bacche ottiene numerose nuove selezioni, di cui la più celebre è la Victoria. Partendo proprio da alcune varietà create da Paterson, John Nicoll nel 1862 realizza la Champion, che per alcuni decenni risulta essere la varietà più coltivata in Irlanda grazie alla sua straordinaria resistenza alla peronospora, che sull’isola aveva causato qualche anno prima una terribile carestia in seguito alla perdita quasi totale del raccolto. Ma il primo a ricercare con continuità il rinnovamento varietale attraverso l’impollinazione incrociata (normalmente la patata si autoimpollina) è l’inglese James Clark, che in questo modo seleziona la Magnum Bonum, la Maincrop e la Epicure, tre varietà di grande successo. All’inizio del XX secolo le tecniche si affinano e il numero delle novità messe in commercio cresce rapidamente. La possibilità di realizzare forti guadagni in questo campo attrae l’attenzione delle grandi ditte sementiere: così il lavoro di innovazione passa dal campo al laboratorio e diventa affare per specialisti. L’ultimo dei selezionatori indipendenti è il nordirlandese John Clarke, che tra il 1934 e il 1972 crea la serie delle Ulster lanciando sul mercato ben 30 varietà.

Raccolta nel campo conservativo della collezione di patate storiche del Consorzio della Quarantina, composta da quasi 400 varietà tradizionali o di antica selezione (dal XVII alla metà del XX secolo).

L’ORIGINE DELLA RUBRA SPES
La Rubra Spes (il cui nome latino significa speranza rossa) è una nuova varietà ottenuta dal seme vero contenuto in una bacca di Quarantina Bianca Genovese, raccolta nel 2011 a Villa Rocca di Rezzoaglio (GE) da una pianta cresciuta nel campo conservativo della collezione di antiche varietà di patate del Consorzio della Quarantina, costituita all’epoca da circa 300 esemplari differenti.
La capacità di formare bacche al termine della fioritura è differente da una varietà all’altra: nella maggior parte dei casi il frutto non si forma, in altri è del tutto occasionale, mentre in una piccola percentuale di varietà la produzione di bacche è abbondante. Solitamente la Quarantina Bianca non produce bacche, nonostante l’abbondante fioritura che contraddistingue la più rinomata tra le varietà tradizionali della montagna genovese. Questo particolare, unito al fatto che la maggior parte delle nuove varietà sono a buccia rossa, lascia supporre che si tratti di un caso di impollinazione incrociata. Anche la notevole vigoria delle piante, se paragonate al portamento slanciato ma piuttosto esile della Quarantina, è un ulteriore indizio di incrocio.
La bacca, una volta raccolta, è stata lasciata maturare all’ombra per qualche settimana dopodiché, con l’aiuto di un colino, ne sono stati estratti i semi dall’interno (circa 150); una volta perfettamente asciutti, questi ultimi sono stati riposti in una bustina di carta.
A partire dall’anno successivo è stato avviato avviato il processo di semina e selezione, nel tentativo di ottenere una varietà con le stesse caratteristiche organolettiche della pregiata Quarantina, ma con una maggiore produttività e resistenza alle malattie, in particolare alla peronospora. A questo fine sulle piante non sono stati effettuati trattamenti antifungini o di altro tipo, eliminando dalla coltivazione tutte le linee che manifestavano sintomi di malattie (con il termine linea si intende designare la discendenza di ogni singolo seme, poiché sin dal raccolto del primo anno i tuberi prodotti da ogni pianta sono stati conservati e riseminati separatamente).
Dopo ogni stagione sono state eliminate anche le linee che presentavano tuberi malformati, mentre in pregermogliazione non si sono mai evidenziati sintomi di degenerazioni derivanti da virosi, per cui non vi sono stati scarti in questa fase primaverile, preparatoria alla semina.


Nell’inverno del 2015 sono state avviate le prime prove degustative per valutare le qualità organolettiche delle diverse linee. Campioni di tuberi sono stati consegnati a un ristoratore di provata esperienza e attenzione nei confronti delle produzioni locali, Sergio Circella, titolare della Trattoria La Brinca di Campo di Ne (GE), che collabora con il Consorzio della Quarantina sin dalla sua costituzione.

IL PROGETTO
Lo scopo del progetto dimostrativo denominato “Rubra spes – Innovare la tradizione:
l’introduzione di nuove varietà locali di patate per la coltivazione in area montana”, elaborato dal Consorzio della Quarantina e da Charta srl è quello di verificare il comportamento delle nuove varietà in condizioni differenti da quelle dell’alta val d’Aveto, dove la serie Rubra Spes ha avuto origine ed è stata sin qui selezionata.
Se le caratteristiche di buona produttività, rusticità e di elevata resistenza alle malattie saranno confermate, i soci del Consorzio e gli altri coltivatori interessati all’innovazione potranno disporre di una o più varietà di pregio e di forte connotazione locale, selezionate in montagna per la coltivazione in questo ambiente.
Occorre ricordare che la ricerca, in questo settore, da tempo è monopolio pressoché assoluto di grandi imprese estere che non hanno interesse a investire risorse per introdurre innovazioni in aree marginali, come sono ad esempio quelle montane della nostra regione. Il risultato è che chi coltiva in tali ambienti si trova costretto a utilizzare varietà commerciali che mal si adattano alle situazioni climatiche e pedologiche del nostro entroterra. Disporre di varietà di origine locale, ben adattate ai luoghi dove saranno coltivate, rappresenta un vantaggio sotto l’aspetto agronomico, ma anche in grado di stimolare un maggiore senso identitario, di legame col proprio territorio, che è alla base
della permanenza dell’attività agricola.
Pertanto, oltre all’azienda costitutrice di Villa Rocca (che ospiterà il campo catalogo principale) ne sono state coinvolte in questa seconda fase numerose altre, sparse su un territorio molto ampio e diversificato, ricadente nelle province di Genova, Savona e La Spezia. In ogni azienda saranno coltivati 10 kg di Rubra Spes (appartenenti a due linee differenti, 5 + 5 kg) con le tecniche colturali abitualmente utilizzate dai conduttori, mettendo a confronto la nuova varietà con quelle solitamente coltivate, tra cui la Quarantina Bianca Genovese e diverse varietà commerciali.

 

 

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