XVIII Mandillo dei Semi

TANTA GENTE, TANTI SEMI, TANTA AMICIZIA
Sì, perché il Mandillo è il luogo dove prima ancora di scambiare semi si scambia amicizia e calore, dove si dialoga e ci si guarda in faccia, dove tra semi e sguardi si spezza la virtualità, la vita finta, che che ogni giorno ci irretisce come un ragno.
Poco fa ho risposto a Romina, amica, che osservava che ieri a Montebruno, dove si è svolta la 18ma edizione del Mandillo, il luogo era troppo stretto per contenere tutti quelli che sono venuti. E ha ragione, per un paio d’ore quasi non ci si riusciva a muovere! Per un paio d’ore, poi basta. Ma le dicevo che ingrandirsi è sempre una tentazione pericolosa. Noi lo organizzavamo in un posto più grande ed era lo stesso pieno di gente, e c’era chi diceva “E’ troppo stretto, andate a Palazzo Ducale, andate a Genova, magari alla Fiera del Mare…”. Ma il Mandillo deve restare piccolo, a misura di voce e di sguardo, e deve restare nelle valli scomode, nelle piccole comunità, accanto alla terra dove i semi nascono, tornano a morire e poi rinascono. Deve restare piccolo e non costare denaro, alla portata di un’organizzazione familiare, tra amici. L’aumento delle dimensioni porta un aumento di organizzazione, di fatica, di costi… poi a furia di crescere si finisce nelle mani dei professionisti, dei burocrati, chi l’organizza a furia di crescere non se lo gode più (ne so qualcosa) e a furia di allargarsi e di crescere poi un giorno ti volti indietro e ti accorgi che hai smarrito l’anima per strada.
Restiamo piccoli e scomodi (come noi).
E se per due ore stiamo troppo vicini… beh, in quelle due ore non abbiamo più scuse: restiamo in contatto, anzi abbracciamoci!
Massimo Angelini